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Editoriali

GLI ANGELI SONO SOLI

SOGNO

Che non sa veramente che cosa sia bello o brutto, buono o cattivo, giusto o ingiusto, fra queste opinioni e questi desideri, ma applica questi termini in funzione del grande animale. (Platone, La Repubblica)

Les Anges sont seuls, di Rosario Murabito, 100 x 80, collage, 1972

MATTINO

Mattino vuoto, luminoso pieno… ( Giovanni Lindo Ferretti)

Sotto un cielo estivo, d’un chiaro freddo cobalto su di un invisibile nero, tre uomini seduti su una panchina contemplano il paesaggio – Guarda! È un paesaggio santo –Esclama un passante e se ne va, mentre il verde dei boschi e l’azzurro del cielo si fanno squillanti, e un leggero soffio vitale accarezza la montagna e ravviva il paese.

L’AZUR, QUI EST DU NOIR

I tre uomini conversano amabilmente, e un orecchio attento volendo potrebbe sentire quel che uno di loro va leggendo agli altri:

Le ali degli angeli (del Greco) sono composte di grandi cardi.

Non è che un’immagine viva, un lampo che illumina l’essenza dell’arte del Greco: il lampo del colpo che ha fatto centro.

Il cielo è una vasta ventosa. Tutto si allarga e sale sproporzionatamente. Sotto il manto i santi hanno delle sanguisughe?

POMERIGGIO

Dense e sfumate nuvole di piombo… ( Giovanni Lindo Ferretti)

Nubi fameliche salgono dalla valle, e gravide di pioggia incappucciano i monti. I tre uomini si alzano dalla panchina, dove lasciano dei fogli, incamminandosi per la viuzza del paese, fino al portone di un antico palazzo, dove entrano.

Chimera I, di Rosario Murabito, bronzo, 59 x39 x 22, 5, 1961

QUI, DOVE TU VIVI

Si dice che veramente comuni son le cose degli amici (Platone, Le Leggi)

Il portone, rimasto socchiuso grazie a un sasso, si apre, scesa una scala di pietra, al giardino. A tratti una dolce ballata americana esce dalle finestre chiuse. Sola, una chimera di bronzo si asciuga agli squarci del sole, lieve odore di muffa esala dai muri in un silenzio di eternità.

Dalla serie ” Sassi Inutili” di Rosario Murabito, cuoio su pietra, 1965

Dal “Brogliaccio” di Raffaele Carrieri

NOTE

Rosario Murabito, Franco Russoli e Raffaele Carrieri, Galleria del Naviglio”, Milano, 1963

Il critico risparmia, il poeta sciala, il lettore dimentica (Raffaele Carrieri)

Scrive Sergio Solmi: “Certamente i morti continuano a vivere oltre la tomba, e la luce eguale dell’Eliso circonda per sempre il loro dialogo immobile. Nel silenzioso viaggio della memoria, attraversate le pigre acque del sonno, in cui marcisce il loto, giungiamo talvolta alla pallida dimora dove si aggirano le care ombre, le lungamente amate, e le interroghiamo.”

Ecco il motivo di questo scritto-onirico in omaggio alla memoria dell’artista Rosario Murabito, del poeta Raffaele Carrieri e del critico d’arte Franco Russoli: tre uomini eccelsi, dediti alle muse; e a Grace, musicale presenza di quella casa, nel paese di Casoli di Camaiore, che aperta agli uomini e al bello, lasciò in dono a tutti, per poterne vivere l’incanto.

Gaetano Carrieri

Ritratto di Grayce Murabito, fotografia di Roland Pfeffinger

Il Museo

Un museo non è soltanto luogo sacrale, cassaforte e archivio per gli addetti ai lavori: anzi deve essere soprattutto scuola e laboratorio, cioè recinto in cui la contemplazione e la meditazione si facciano attività vitale, nella presa di coscienza del proprio stato presente attraverso l’esame della continuità storica, e il confronto con le testimonianze poetiche della condizione umana di altri luoghi e tempi.

Quando l’opera d’arte non sarà più considerata un miracolo o un feticcio, ma quel prodotto dell’uomo che giunge a testimoniare la vita del proprio tempo nella dimensione assoluta dell’eterno, quando sarà intesa come un interlocutore sempre attuale, allora si comprenderà che il dovere di difenderla e ben conservarla non è noiosa pretesa di anime pie e di anacronistici eruditi, ma è impegno di ogni individuo che voglia essere politicamente cosciente del suo ruolo nella società in cui vive.

Franco Russoli

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