“Glorificare il culto delle immagini (mia grande, mia unica, mia primitiva passione)” (Charles Baudelaire, da “Il mio cuore messo a nudo”)
“Questa cosa Ottocentesca…”
Il miglior complimento ricevuto per ora sulla mostra.
Ho scelto di trascrivere alcuni scritti di Charles Baudelaire e altri suoi sembianti per inaugurare l’apertura della galleria virtuale di “Santi e Mostri – a memorable fancy” 2020, che vedrà oggi, lunedì 4 maggio, aprire le porte virtuali con l’esposizione di alcune delle prime opere pervenuteci dagli studenti e professori dei Licei Artistici, dagli allievi e docenti delle Accademie di Belle Arti e dagli artisti, e per omaggiare le opere di Grandville e Thayath gentilmente mostrate da 800/900 Artstudio: perché queste citazioni predoni possano risvegliare nell’interlocutore qualcosa di perduto.
In particolare il rapporto fondamentale dell’artista con la regina delle facoltà: l’Immaginazione, che insieme ad altre qualità sola può darci l’essenza e il sapore della sua opera.
Quindi a tutti coloro che hanno perduto quello che non si ritrova jamais… e penso soprattutto a una certa A-critica contemporanea spesso venduta e complice della mercificazione dell’arte che glorifica “inutilità orribili” al culto della propria immagine.
E agli artisti per ricordargli che: “Io è un altro. Se l’ottone si sveglia tromba…”
TACCUINI MARZIANI
“Il poeta definirebbe la quantità d’ignoto che nel suo tempo si desta dall’anima universale” (Arthur Rimbaud, da Lettera del veggente)
“L’ immaginazione è la più scientifica fra le facoltà, poiché è la sola a capire l’analogia universale, e ciò che una religione mistica chiama le corrispondenze”. (Charles Baudelaire, Lettera a Alphonse Toussenel)
Nel mentre, nell’iper-spazio parallelo il “buon” Charles, rinato e condannato a vagare da universo a universo visionando mostre, gallerie e musei, riflette sulla Fantasia, e medita sulle Cacche Giganti Blu Elettrico che gli tocca recensire.
“Poiché la fantasia è tanto più pericolosa quanto più facile e aperta; pericolosa come la poesia in prosa, come il romanzo, somiglia all’amore che ispira una prostituta e cade rapidamente nella puerilità e nella bassezza; pericolosa come ogni libertà assoluta.
Ma la fantasia è vasta come l’universo moltiplicato per tutti gli esseri pensanti che lo abitano. È la prima venuta fra le cose, interpretata dal primo venuto; e, se quest’ultimo non ha l’animo che getta una luce magica e sovrannaturale sull’oscurità delle cose, essa è di un inutilità orribile, è la prima venuta contaminata dal primo venuto.
Qui dunque non vi è più analogia, se non per caso; ma al contrario torbidezze e contrasto, un campo variopinto per assenza di cultura regolare”. (Carlo Budellaro, Xanodu, Esposizione Universale del 3001- Odissea nello strazio)
Da ultimo, un suo messaggio da Ixtar 3 dove talvolta gioca con Thayat ai palindromi e soultout ascolta le nuvole viola…

“Condannato di continuo all’umiliazione di una nuova visione ho preso una grande decisione. Per sfuggire all’orrore di queste apostasie artistiche, mi sono orgogliosamente rassegnato alla modestia: mi sono accontentato di sentire; sono tornato a cercare un asilo nell’impeccabile ingenuità”
Ixtar 3, any where out of the world
Carlo Budellaro
# larteèuninvestimentodicapitalilaculturaunalibi (Super Fly-ano)
#Ilsonnodelleregionigeneramostre (Argandé)